Dopo le polemiche sul blocco della circolazione delle automobili previsto per domenica 28 febbraio voluto dal sindaco di Milano Letizia Moratti in collaborazione con il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, cui hanno aderito 2 comuni su 134 dell'hinterland milanese, ora ci si mette ancora una volta Anna Wintour, dopo il secco rifiuto di Giorgio Armani l'anno passato di sottostare al diktat della direttrice di Vogue America, che insiste a dire di accorciare Milano Moda Donna. Secondo la Wintour la Camera Nazionale della Moda dovrebbe raggruppare i maggiori stilisti in 3 giorni, dal venerdì alla domenica. Bisogna ottimizzare i tempi e limitare gli eventi paralleli, parola di Anna Wintour. Esprime amarezza il presidente della Camera della Moda, Giulio Boselli:
Noi abbiamo rispetto per il lavoro della signora Wintour, ma lei non sembra rispettare il lavoro altrui. A Milano è la benvenuta, ma se viene per un arrogante mordi e fuggi, allora forse è meglio che resti a casa.
Anche Diego Della Valle ha espresso il suo disaccordo riguardo le dichiarazioni della 'direttora' di Vogue:
Quel che sta avvenendo è gravissimo per il sistema Moda, per la leadership indiscussa del nostro made in Italy che non può perdere il suo valore e la sua immagine di fronte a mercati emergenti come la Cina e l’India che ci tengono in alta considerazione […] è il momento per difendere le nostre eccellenze. Non possiamo apparire come fashionisti in conto terzi.
Non si può non essere d'accordo sul fatto che concentrare la Settimana della moda in 3 giorni contribuerebbe a creare uno spartiacque tra gli stilisti maggiori e quelli emergenti, come a dire: se c'è Anna Wintour in front row allora vali, altrimenti no. Come ha detto Maria Silvia Venturini Fendi direttore artistico per gli accessori del marchio Fendi:
Sarebbe giusto distribuire le grandi griffe in un periodo ragionevolmente lungo anche per non creare serie A e serie B.
Quello del calendario della settimana della moda è un problema che si è già presentato, non è la prima volta che ci si ritrova a discuterne e del fatto che gli stilisti dovrebbero essere i primi a decidere le giornate.
Ecco alcuni degli echi che ha avuto la vicenda: Luciano Soprani ha voluto commentare a modo suo 'la polemica del calendario' alla fine della sua sfilata mostrando uno striscione con la scritta "Anna Wintour dov'è?".
O ancora davanti all'entrata della sfilata di John Richmond alcune ragazze hanno organizzato un flashmob in stile Wintour:
Un gesto a metà strada tra provocazione e rivendicazione dell'orgoglio del made in Italy.
Forse in futuro bisognerebbe rispondere alle dichiarazioni di Anna Wintour con questa frase: È tutto. (!!!)
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